Roma, 15 Apr 2021 – (Pubblichiamo un estratto della seguente intervista da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Tiziano Ciocchetti – Vadalà: “Esiste un filone di criminalità organizzata che si è inserito nel codice degli appalti pubblici, al fine di poter gestire fondi pubblici. Ma esistono anche singoli individui che cercano di lucrare, oppure più semplicemente cercare corsie preferenziali, attraverso la corruzione”. (Segue articolo). – Lo scorso 31 marzo il consiglio dei ministri ha confermato il generale di brigata dei carabinieri, Giuseppe Vadalà, nel ruolo di commissario unico per la realizzazione degli interventi per la bonifica delle discariche in seguito all’infrazione italiana sanzionata dall’Unione Europea.
Il generale era già stato nominato commissario straordinario dal consiglio dei ministri del 24 marzo 2017, dall’allora governo Gentiloni, a seguito della sentenza di condanna, del 2 dicembre 2014, inferta all’Italia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per non aver dato esecuzione a una sentenza del 2007, la quale aveva constatato l’inadempimento alle direttive sui rifiuti.
Tale sentenza obbligava l’Italia a pagare una cifra pari a 42.800.000 euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie.
Generale Vadalà, l’Italia è quindi ancora sotto sanzione dell’Unione Europea? Per ciò che concerne le discariche, l’Italia ha ricevuto una prima sanzione nel 2003, la seconda nel 2007, l’ultima nel 2014 che ha interessato 200 discariche nazionali non bonificate.
Dal 2014 l’Italia ha cominciato a pagare 42.800.000 euro ogni sei mesi, tuttavia grazie al ministero dell’Ambiente prima e, dal 2017, all’intervento dei carabinieri la sanzione si è notevolmente ridotta ed è arrivata alla cifra attuale di 6.600.000 euro. Delle precedenti 200 discariche abusive ne sono rimaste 30 che saranno messe in sicurezza entro il 2024. L’intervista completa prosegue qui >>> https://www.difesaonline.it/evidenza/interviste/intervista-al-generale-vadal%C3%A0-delle-precedenti-200-discariche-abusive-ne-sono