Esteri: in Iran non esiste la libertà delle Donne

Roma, 2 ottobre 2022  – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo)  – La triste vicenda di Masha Amini pone l’obbligo di riflessione nei confronti di alcuni paesi dove l’islamismo è particolarmente radicato, tanto da togliere la libertà a chi porta il velo.

L’ultimo scampolo appena iniziato di 2022 sta proponendo una serie di eventi che trovano difficile collocazione in un contesto che, storicamente e secondo ragione, avrebbe dovuto proporsi in modo differente. Se nella santa Russia il patriarca Kirill intercede per remissione dei peccati e Regno dei cieli per i coscritti russi, lasciando agli impenitenti ucraini l’eterna anarchia dei dannati, in Iran divampano furiose le contestazioni causate dalla violenta repressione operata dalla polizia morale, responsabile dell’omicidio di una giovane curda ventiduenne, ritenuta colpevole di essere una badhejabì, ovvero di non indossare in modo ortodosso il velo, capo di vestiario imposto per legge nei primi anni 80.

Secondo la giornalista Asieh Amini il problema risiede semplicemente nel fatto che le donne possono essere frustate o imprigionate anche solo per aver sfidato i codici di abbigliamento islamici. Del resto molte donne iraniane sono state vittime della polizia religiosa attenta ad applicare le norme in vigore sia alle residenti in Iran che alle straniere, e ad evidenziare una discriminazione di genere che ha trovato poca attenzione in un occidente solitamente accorto al me too.

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