Inchieste: Le sette missioni militari perdute

Roma, 01 Nov 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fausto Biloslavo – Quella in Kosovo è la missione più longeva ma «usurata», dura da 21 anni. Segue. – Dall’Asia all’Africa, migliaia di soldati italiani sono in aree di gravi tensioni. Oltre ai costi, il problema è un mandato confuso. Che rende più debole il ruolo del nostro Paese e vulnerabili le forze sul campo.

In Iraq sono rimasti 300 soldati italiani, meno di un terzo del contingente, causa Covid e americani sotto tiro che stanno riducendo le truppe.

In Afghanistan la base di Herat sembra la fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, dove si attende l’arrivo dei talebani. Quella in Kosovo è la missione più longeva ma «usurata», dura da 21 anni. «Manca una visione strategica soprattutto sul dopo intervento militare.

La Libia è un esempio lampante. Ci occupiamo di troppe situazioni post conflitto, dove la crisi non è mai passata e non sappiamo come uscirne» dice il generale in congedo *Fabio Mini*, che proprio in Kosovo è stato comandante.

Le missioni internazionali sono aumentate a 41 con un impegno di 8.613 uomini (che costano 1 miliardo e 129 milioni di euro), anche se in realtà quelle con un contingente significativo sono 17. E fra queste sette sono nuove, ma discutibili, a rischio ritiro o «usurate»: Golfo di Guinea, Task force Takuba in Mali, Afghanistan, Iraq, Libia, Niger e Kosovo.

L’asse delle missioni nel 2020 si è spostato sull’Africa comprese le novità in appoggio alla Francia. A partire dalla partecipazione alla Task force Takuba, guidata da Parigi, per contrastare la minaccia jihadista nel Sahel. «Siamo importanti per i francesi. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/abbonati/Inchieste/le-sette-missioni-perdute

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