Libia: Pescatori sequestrati, da 100 giorni bloccati senza un perché

Roma, 10 Dic 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Giuliana De Vivo – Dallo scorso 1 settembre 18 pescatori che lavoravano su imbarcazioni italiane sono detenuti a el Kuefia dalle forze di Haftar, senza un’accusa formale. Segue. – La mattina del 26 agosto 2020 a Mazara del Vallo ci sono già 22 gradi, la temperatura media della giornata sarà di 27, non si alza neppure un alito di vento.

È una calda giornata estiva come tante quando l’equipaggio del peschereccio Medinea – il comandante Pietro Marrone, Onofrio Giacalone, il nostromo tunisino Ben Thameur Hedi e suo figlio Ben Thameur Lysse, Ben Haddada Mohamed e il cuoco Mathlouthi Habib – esce dal porto, diretto 400-500 miglia più a sud-est, verso il golfo della Sirte, zona non abituale ma dove talvolta, in tempi di scarsa pescosità, ci si spinge per scongiurare il rischio di uscite a vuoto.

È una battuta di pesca che durerà un mese, 40 giorni al massimo: nella peggiore delle ipotesi, pensano i membri dell’equipaggio, a metà ottobre saranno tutti di rientro a casa dalle famiglie.

Due giorni di navigazione dopo, il 28 agosto, il Medinea raggiunge le 40 miglia dalle coste libiche. Tenete a mente questo numero: è rilevante, come vedremo, non solo perché è il punto dove una normale battuta di pesca si trasforma nel sequestro di 18 pescatori. Diciotto perché tra i coinvolti non ci sono solo gli uomini imbarcati sul Medinea.

La sequenza del sequestro. Intorno alle 20.30 del 1 settembre una motovedetta libica raggiunge quello specchio d’acqua, dove, verrà poi ricostruito, ci sono in quel momento nove pescherecci, tutti battenti bandiera italiana. L’articolo completo prosegue qui >>> https://tg24.sky.it/palermo/2020/12/09/libia-pescatori-sequestrati-100-giorni

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