Roma, 09 Feb 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Ricci Bitti – L’astronauta dell’Agenzia spaziale europea, passerà i prossimi giorni in quarantena a Colonia, al centro di addestramento dell’Esa. Segue. – Braccia conserte o abbandonate sui braccioli della poltrona, perché la maledetta forza di gravità si fa sentire, tono pacato, un velo di stanchezza sul viso perché 201 giorni in orbita non sono una passeggiata (spaziale o terrena che sia).
Luca Parmitano racconta da Colonia – per la prima volta con i piedi al suolo dal 20 luglio scorso – la missione Beyond che riassume in due parole per sé e per il suo equipaggio della stazione spaziale internazionale, mai finora affidato a un italiano: «Umiltà e orgoglio».
Con la considerazione, effettivamente confermata da chi lo conosce anche prima che staccasse l’ombra da terra ben di più da quando era “solo” un veterano e decorato pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare, che la seconda vien da lui usata con grande parsimonia e soprattutto per gratificare chi lavora con passione con lui in ogni missione.
IL RIENTRO. «Che viaggio!» ha detto Luca Parmitano felice come un bambino ai compagni Alexander Skvortsov e Christina Koch mentre sfrecciava verso la Terra a 28.800 chilometri orari e le pareti della minuscola navicella Soyuz si arroventavano avvolte dal plasma a 2mila gradi attraversando uno strato dopo l’altro dell’atmosfera .
Sorridente, tonico, per nulla frastornato, l’astronauta catanese è passato dall’inferno di fuoco del rientro alla steppa innevata del Kazakhstan: 201 giorni in orbita sulla stazione spaziale internazionale e non sentirli mentre gli specialisti di Roscomos lo aiutavano a scendere dalla capsula bruciacchiata. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilmessaggero.it/tecnologia/luca_parmitano_diretta_missione_beyond_spazio_oggi_ultime_notizie-5035563.html