Paracadutisti Col Moschin: Ritorno al basco grigioverde

Roma, 11 Gen 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Palumbo – Leggiamo di seguito. – Il 9° reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin ha compiuto un altro passo verso il recupero di quelle tradizioni fondanti la storia di uno dei reparti più prestigiosi dell’esercito italiano. In occasione del 40° anniversario della formazione delle Unità d’Intervento Speciale dell’esercito è stato annunciato che prossimamente il Nono cambierà i colori del suo glorioso basco amaranto per sostituirli con quelli “più tradizionali” grigioverdi che appartennero alla prima formazione – il Plotone Speciale – nato negli anni Cinquanta.

Nel 1952, un giovane tenente dei paracadutisti, Franco Falcone, azzardò l’ipotesi di formare un piccolo nucleo di militari specializzati sulla falsa riga dei sommozzatori gamma della seconda guerra mondiale.

La sua idea, inizialmente accolta con qualche perplessità sia dall’esercito, sia dalla marina militare, diventò realtà con la costituzione del primo reparto di forze speciali del dopoguerra, il “Plotone Speciale”.

Questo piccolo gruppo di scavezzacollo fu assegnato, nell’aprile del 1953, alla Scuola di Fanteria di Cesano per poi trasformarsi in Compagnia Sabotatori Paracadutisti il cui comando fu assegnato al capitano Edoardo Acconci.

A quei tempi i sabotatori indossavano il basco color grigioverde, tipico delle truppe aviotrasportate italiane, diretta eredità dei “folgorini” che avevano combattuto nel deserto di El-Alamein, ma anche del X battaglione arditi.

Il basco con tale foggia fu portato fino agli anni Sessanta, allorquando la brigata paracadutisti Folgore (unità madre nella quale fu accorpato il Nono”) adottò il copricapo amaranto, simbolo che identificava la maggior parte dei reparti paracadutisti di tutto il mondo.

Una scelta che modificò visivamente l’uniforme di chi optava di servire la patria nei battaglioni più severi, duri, ma anche più preparati dell’esercito. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/mondo-militare/il-basco-grigioverde

 

Condividi questo post