Roma, 07 Mag 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Si allontana la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Segue. – “L’obiettivo è arrivare a quota 41”. Così diceva nel novembre scorso Luigi Di Maio a proposito della riforma delle pensioni che avrebbe dovuto superare la legge Fornero.
Come sappiamo vista la mancanza di fondi il governo ha poi deciso di “ripiegare” sulla sola “quota 100” con il paletto dei 38 anni di contributi. “Non ci sarà ‘quota 41’ già da quest’anno – aveva ammesso Salvini – , non abbiamo la bacchetta magica: i tempi sono per l’anno prossimo, abbiamo 5 anni davanti”.
Pensioni, a quando una nuova riforma? A qualche mese di distanza però la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dal requisito anagrafico sembra allontanarsi.
Di quota 41 – con buona pace dei pensionati che ci avevano creduto – non si parla quasi più e salvo sorprese la misura non dovrebbe essere presente nella prossima finanziaria. I motivi sono noti.
I 23 miliardi da destinare alla sterilizzazione dell’Iva non consentono molti margini di manovra e anche qualora, come spera Salvini, dopo le elezioni di maggio “l’Europa non ci chiederà l’Iva” (e sarebbe una concessione clamorosa), la priorità della Lega resta comunque quella di tagliare le tasse.
Pensioni, quota 100 è sparita dai radar (o quasi). Certo, di recente il segretario della Lega ha ribadito che “Quota 100 non si ferma, è l’inizio di un percorso perché l’obiettivo è quota 41” e lo stesso aveva fatto Di Maio lo scorso febbraio, ma si tratta di annunci privi di un orizzonte temporale e – se ci passate l’espressione – buttati lì senza grossa convinzione. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.today.it/economia/pensioni-quota-41-novita.html