Roma, 23 Ago 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Lorenzo Vita – Il ministro ha usato i militari per combattere la sua battaglia sui migranti e contro Salvini. (Segue articolo). – Mai come in queste ultime settimane il ministero della Difesa è stato al centro di uno dei più importanti scontri politici in seno a un governo.
Da una parte Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dell’Interno, che ha da subito individuato nel dicastero delle forze armate uno dei pilastri su cui costruire la sua strategia politica (in particolare sul tema migranti).
Dall’altra parte il ministro, Elisabetta Trenta, che in questi 14 mesi di governo gialloverde – e in particolare negli ultimi – ha spesso suonato la carica trasformandosi nell’anti-Salvini. In colei che, da titolare della Difesa, avrebbe potuto frenare le velleità del capo del Viminale.
Partendo proprio dal contrasto all’immigrazione clandestina e imponendo un’altra visione della gestione dei flussi che aveva nella rotta del Mediterraneo centrale un vero e proprio campo di battaglia tra Movimento 5 Stelle e Lega.
Ma limitarsi all’immigrazione sarebbe un grave errore per comprendere gli errori compiuti in questi mesi dal ministro Trenta.
Ed anzi, forse è proprio questo collegamento tra Difesa e flussi migratori che può essere preso come punto di partenza per comprendere dove ha il ministro ha fallito: ovvero cercare a qualsiasi costo di dare delle Forze armate non un’immagine di strumento dello Stato per difendere gli interessi nazionali dentro e fuori i nostri confini, ma come una sorta di protezione civile più o meno armata votata a fare altro rispetto a quanto la stessa Costituzione richiede. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.ilgiornale.it/news/politica/tutti-i-fallimenti-trenta-cos-ha-messo-rischio-difesa-1742368.html