Roma, 05 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Tiziano Ciocchetti – Leggiamo di seguito. – L’ufficiale della Marina Militare degli Stati Uniti d’America, Alfred Thayer Mahan, alla fine del XIX secolo, col suo libro The Influence of Sea Power Upon History 1660-1783, postula per primo gli elementi fondamentali per la costituzione e l’applicazione del Potere Marittimo e quindi per la formulazione e la strategia Marittima.
Mahan asserisce nella sua opera – in cui si cimenta in un’analisi critica della politica e della storia navale del periodo analizzato – che, per una nazione che vuole esercitare un Potere Marittimo non è sufficiente possedere una flotta numerosa (spesso si confonde il “Potere Marittimo” con il “Potere Navale” e viceversa) ma è indispensabile avere una posizione geografica favorevole, una conformazione fisica comprendente le risorse naturali e produttive, avere estensione territoriale, sviluppo demografico e istituzioni stabili.
Secondo Domenico Bonamico, uno dei primi teorici della dottrina navale italiana (che andrebbe riscoperto, non solo negli ambienti militari), il Potere Marittimo rappresenta il complesso delle energie marittime di un paese: militari, mercantili, portuali, industriali. Mentre il Potere Navale è costituito dalla sola Marina Militare e dalle sue capacità in pace e in guerra.
L’Italia, proprio per la sua conformazione peninsulare al centro del bacino del Mediterraneo, non può assolutamente rinunciare ad avere una Politica Marittima.
Politica estera italiana e Marina Militare dovrebbero essere indissolubilmente legate, ma questo legame andrebbe alimentato attraverso un costante e continuo lavoro.
Il ruolo tradizionale della Marina è quello di mostrar bandiera, ruolo che la U.S. Navy ha assunto in modo più incisivo – rispetto al passato – dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/mondo-militare/potere-marittimo-una-lezione-i-governi-italiani