Una Gce-Guardia costiera europea: L’analisi di Michele Nones

Roma, 11 Lug 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Nones – L’analisi di Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali. (Segue articolo). – Mai come quest’anno si discute sulla mancanza di una Gce-Guardia costiera europea. Se i confini marittimi degli Stati membri sono anche i confini dell’Unione europea, non si vede come la loro sorveglianza e controllo non debba coinvolgere anche le istituzioni europee.

Vi dovrebbe, quindi, essere una condivisione delle responsabilità e degli oneri diretti e indiretti che questa situazione comporta.

La Gce dovrebbe avvalersi delle capacità e competenze delle Guardie costiere nazionali con un processo di progressiva convergenza sul piano operativo (comprese le ROE, regole di ingaggio), addestrativo, logistico e di comunalità dei mezzi che, in futuro, dovrebbe portare ad attività congiunte e/o miste a bordo dei mezzi navali ed aerei che dovrebbero essere approvvigionati dall’Ue.

Nella fase iniziale la Gce dovrebbe cominciare a sorvegliare i confini marittimi e gestire gli interventi nelle zone SAR più lontane, mentre resterebbero di competenza delle Guardie costiere nazionali le zone SAR più vicine.

Ovviamente, le due attività dovrebbero essere gestite in stretto coordinamento e sulla base di uno specifico accordo europeo. Bisognerebbe prevedere un percorso con tappe predefinite e possibile orizzonte temporale triennale al termine del quale l’intera gestione delle attività SAR dovrebbe essere gestita dalla Gce.

Tutto questo potrà essere realizzato solo se vi sarà una forte decisione politica a livello europeo che coinvolga istituzioni europee e Stati membri. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2019/07/serve-guardia-costiera-europea-opinione-nones/

 

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