Roma, 22 Ott 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Maurizio Montanari – Il problema è nell’organizzazione delle strutture di sostegno. (Di seguito l’articolo). – Preciso e coraggioso l’articolo di Pietro Mecarozzi che, sul Fatto Quotidiano del 19 ottobre, condensa ed analizza quella serie di fattori ancora poco indagati che concorrono a generare quel fenomeno chiamato “malessere nelle caserme“, che si traduce da un lato nella impressionante cifra di 258 suicidi dal 2014 al 2019, dall’altro in una serie di episodi violenti e vessatori agiti verso la popolazione da parte di appartenenti alle Ffaa.
Mi occupo da diverso tempo della questione, privilegiando l’aspetto puramente clinico, non essendo interno ed organico alla struttura militare. Ho cercato, in alcuni post pubblicati su queste colonne, di delineare per sommi capi le forme più evidenti di disagio psicologico foriere di conseguenze estreme.
Se da un lato l’incidenza del disturbo post traumatico da stress costituisce un nemico subdolo che si scatena sovente dopo azioni militari o di ordine pubblico fortemente traumatizzanti abbattendo ex post uomini e donne sino a quel momento psicologicamente stabili, dall’altro abbiamo a che fare con soggetti strutturalmente più fragili che, forse a causa di una non perfetta selezione clinica al momento dell’arruolamento, si dimostrano incapaci di reggere la quantità abnorme di tensione alla quale sono sottoposti durante le normali mansioni, venendone schiacciati.
Mi sono sforzato di sottolineare non solo necessità assoluta di mettere in atto quei dispositivi che possano prevenire i suicidi e gli atti autolesionisti che avvengono dentro alle caserme…L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/20/forze-armate-i-suicidi-aumentano-il-problema-e-nellorganizzazione-delle-strutture-di-sostegno/5972819/