Roma, 01 Mag 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Francesco Bechis – Si tratta di “un’evidente questione di interesse nazionale”. Segue. – “I russi sono dei maestri”. Alessandro Politi non ha dubbi sulla missione di Mosca in Italia: è stata una grande mossa diplomatica.
Sarebbe bene che l’Italia rispondesse con altrettanta lungimiranza, spiega a Formiche.net il direttore della Nato Defence College Foundation, docente di Geoeconomia e Intelligence alla Sioi, già consigliere al ministero della Difesa, al Dis, al Copasir.
Accompagnare alla porta i militari è l’unica mossa intelligente per un governo che avrebbe dovuto lasciar meno inventiva alle regioni, dice. Si tratta di “un’evidente questione di interesse nazionale”.
Le regioni hanno fatto dietrofront: non vogliono più i militari russi. Da questa vicenda traiamo una grande lezione: la riforma del titolo V è stata fatta male. Sanità pubblica significa salute pubblica, e in questo caso anche sicurezza.
Non si può lasciare tutto all’inventiva di un governatore, il governo avrebbe già dovuto rispondere all’unisono per tutte le regioni, siamo di fronte a una chiara questione di interesse nazionale.
E adesso? Adesso, se non si ravvisano altre urgenti necessità, con tutti gli onori e i ringraziamenti possibili, si accompagnano i russi alla porta. La missione è finita.
Quella sanitaria sì. E quella politica? Il Cremlino ha raggiunto il suo obiettivo. Sventolare la bandiera, mostrare vicinanza del governo e del popolo russo alle popolazioni colpite, ricordare che c’è un rapporto politico, diplomatico e culturale che lega Italia e Russia.
Una missione di assistenza sanitaria è un mezzo ovvio per generare simpatia, rinsaldare presenze e legami, una strategia vecchia come il mondo. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2020/04/militari-russi-italia-politi-perche-accompagnarli-porta/
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