Suicidi in divisa: La morte silenziosa

Roma, 06 Nov 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mauro Cananzi – In aumento purtroppo il numero dei suicidi tra gli appartenenti alle forze dell’ordine ed alle varie forze armate. Stress lavorativo, disagio familiare, divorzi, tensioni con i colleghi, con i superiori. Seguiamo. – Cosa passa per la testa di un suicida nessuno lo potrà mai sapere, quando si spegne la luce e tutto diventa buio è ormai troppo tardi per cercare di capire.

Chi sceglie questo lavoro certamente è cosciente del fatto che potrà essere sottoposto a pressioni di ogni tipo, derivanti sia da fattori esterni che da fattori interni. Ci si trova spesso a lavorare in situazioni di particolare disagio. Al freddo, sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente. Dietro l’angolo di casa oppure a 4000 km dal proprio paese.

Le situazioni di stress sono molteplici, quasi infinite, apparentemente scollegate l’una dall’altra. Solo in apparenza però. C’è una linea sottile che accomuna tutti gli appartenenti ai corpi di polizia ed alle forze armate in generale: la paura.

Non la paura degli eventuali imprevisti a lavoro, non la paura di un conflitto a fuoco o di dover soccorrere un proprio famigliare o un amico.

La paura che vive dentro ciascun militare, carabinieri, finanziere o poliziotto è la paura di potersi confidare. Il sistema della sanità all’interno dell’amministrazione pubblica, può fregiarsi di fior fior di psicologi, sempre pronti a dare (giustamente) supporto alle famiglie delle vittime di particolari avvenimenti.

Peccato però che il supporto interno sia totalmente assente. Al soldato, al carabiniere, al poliziotto è vietato stare male, rettifico, è vietato esprimere il proprio disagio. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.agoravox.it/La-morte-silenziosa-Il-crescente.html

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