Roma, 20 Ago 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Francesco Gastaldi – Destinate in questura a Milano e sospese prima dell’incarico. Segue. – «Ho impostato la mia vita sul sogno di lavorare in Polizia. Mi ritrovo senza nulla a 30 anni». Sara Alberti, romana, avrebbe dovuto prendere servizio in questura a Milano, come Valeria Di Nardo, laziale di Fondi.
A Milano non sono mai arrivate, per colpa di un piccolo tatuaggio sul polso, eliminato a colpi di laser da tempo, cosa che non ha impedito al ministero dell’Interno di espellerle ancor prima di poter iniziare a servire lo Stato.
Tatuaggi innocenti, disegnati a 18 anni: una stella con l’iniziale dello zio morto per Sara; una nota musicale per Valeria, flautista innamorata della lirica.
Esattamente come Arianna, eroina e reietta nello stesso giorno per un cuore sormontato da una corona, come raccontato dal Corriere il 14 agosto, Sara e Valeria per lo Stato sono «figlie di un dio minore».
Le regole per entrare nelle forze armate non prevedono tatuaggi visibili, perciò le ragazze sono «inidonee al ruolo». Così ha stabilito il Consiglio di Stato ribaltando la sentenza del Tar che aveva dato ragione ad Arianna, Valeria e Sara (e al compagno di corso Daniele Li Causi) permettendo loro di concludere l’addestramento e giurare.
E di diventare agenti a tutti gli effetti. Se Arianna Virgolino ha avuto tempo di stare in servizio alla Polstrada di Lodi per alcuni mesi, Valeria e Sara sono state sospese un momento prima di mettere piede sul treno per Milano, scelta come prima destinazione. L’articolo completo prosegue qui >>> https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_agosto_18/sara-valeria-tatuaggio-proibito-cosi-svanisce-sogno-divisa-ecb95d3a-e0c2-11ea-a795-32d7db49e896.shtml