Privacy: A rischio indagini e controlli

Roma, 09 Apr 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Ludovico – Leggiamo di seguito. – Un uomo di mezza età si aggira con fare sospetto davanti a una scuola. Una, due, più volte a settimana. Genitori in allarme, si teme un pedofilo: scatta la segnalazione alle forze dell’ordine.

Gli agenti lo fermano ma in banca dati non ci sono precedenti. In assenza di reati nulla possono fare. Neanche allontanarlo. In realtà il soggetto da giovane aveva avuto una condanna per pedofilia. Ma dopo 25 anni è stata cancellata dagli archivi informatici del Viminale.

L’allarme da giorni tra i tecnici della Polizia di Stato. Il caso per ora è ipotetico. Ma probabile: delineato tra gli addetti ai lavori dopo lo studio del regolamento attuativo, in corso di approvazione, delle norme sulla privacy per la banca dati delle forze dell’ordine.

La questione riguarda anche l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza: lo Sdi (sistema di indagine) è interforze, il Ced (centro elaborazione dati) collocato presso la direzione centrale Polizia criminale del dipartimento Ps guidato da Franco Gabrielli.

Le norme in arrivo fissano una durata di conservazione dei dati di polizia nello Sdi: nei casi più gravi, 25 anni. Poi sono cancellati. Senza nessuna possibilità di recuperarli.

La “mutilazione” dei controlli. La dialettica tra il ministero dell’Interno, oggi guidato da Matteo Salvini, e il Garante della privacy, diretto da Antonello Soro, dura da lustri. Ma il caso del nuovo regolamento, in corso di pubblicazione come Dpr (decreto del presidente della Repubblica), è clamoroso.  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-04-04/privacy-il-nuovo-regolamento-rischio-processi-indagini-e-controlli-polizia-121945.shtml?uuid=ABPFzukB

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